diretto da Maria Silvia Sacchi

Governance Lvmh, nel 2024 un nuovo presidente

Finora Bernard Arnault è presidente e ceo, ma l’imprenditore compirà 75 anni il prossimo marzo. Se per la carica di ceo l’assemblea ha aumentato l’età a 80 anni, per quella di presidente non ha fatto finora cambiamenti. Le ipotesi e il ruolo di Burke

Governance Lvmh, nel 2024 un nuovo presidente

Tra meno di sei mesi Bernard Arnault compirà 75 anni. Ai primissimi posti delle classifiche delle persone più ricche del mondo (a seconda dell’andamento dei titoli in Borsa: per un periodo è stato primo, superando Elon Musk), Bernard  Arnault è presidente e amministratore delegato di Lvmh, il maggior gruppo del lusso esistente, con quasi 80 miliardi di fatturato nel 2022 e avviato verso i 100 miliardi quest’anno. Proprio per questo la sua età è importante. Come abbiamo già scritto più volte, da tempo è incorso il passaggio generazionale e manageriale nel gruppo, affidato oltre che allo stesso Arnault, ad Antonio (Toni) Belloni, il direttore generale e braccio destro dell’imprenditore.

La prossima assemblea a Parigi

L’arrivo dei 75 anni porterà con sé il primo cambiamento rilevante nella governance della holding del gruppo: un nome nuovo alla presidenza. 

L’assemblea degli azionisti di Lvmh della primavera del 2022 aveva deliberato, infatti, di portare da 75 a 80 anni il limite di età per l’amministratore delegato, lasciando  invece – almeno per ora – immutati i 75 anni per il presidente. Arnault potrà, cioè, restare a gestire Lvmh fino al 2029 in quanto ceo, ma dovrà lasciare la presidenza con la prossima assemblea del 2024.

Chi lo sostituirà? Se in una intervista, condotta insieme ai figli, ha detto al Wsj che non necessariamente il nuovo ceo avrà il cognome Arnault, (“Non è un obbligo, né inevitabile, che un figlio sia il mio successore”), nulla si è detto finora del presidente.

Qualche ipotesi

Se si ragiona sui movimenti avvenuti negli ultimi due anni nel gruppo francese il nome con maggiori caratteristiche per la presidenza appare quello di Michael Burke (nella foto), l’ex ceo di Louis Vuitton oggi nel board Lvmh come “consigliere del presidente”.

Sulla carta i candidati interni possono essere tre: Burke, Sidney Toledano, ceo di Lvmh fashion Group, e lo stesso Belloni. In primavera rumors della stampa internazionale avevano riportato la possibilità che Burke prendesse il posto di Toledano alla guida del comparto fashion del gruppo (Lvmh ha più anime: moda e pelletteria, vini e liquori, profumi e cosmetica, gioielli e orologi, distribuzione selettiva e altre attività). Nel gruppo Lvmh dal 1994 e dal 2018 presidente e ceo della divisione fashion, Toledano ha 72 anni, essendo nato in Marocco a luglio del 1951. Avrebbe dunque le caratteristiche per ricoprire la carica di presidente anche se dovrebbe lasciare tra tre anni. In questi ultimi anni Toledano ha assunto numerosi incarichi esterni al gruppo: è presidente del consiglio direttivo dell’Institut Français de la Mode, presidente della Chambre Syndicale de la Haute Couture, membro del comitato esecutivo della Fédération de la Haute Couture et de la Mode, membro del consiglio direttivo del Comité Colbert. 

Toni Belloni è una figura centrale nel gruppo francese, la cerniera tra gli azionisti e il management. A lui si deve l’organizzazione dei piani successione interni, con la costruzione di un bacino di manager sperimentati che consente di non lasciare mai caselle aperte o di prendere decisioni affrettate. Ha 66 anni e, dunque l’età giusta, anche per continuare a seguire la crescita professionale dei cinque figli di Arnault. Ma ha più volte espresso la sua volontà di tornare in Italia, dove è nato.

Ed eccoci a Burke. Nato il 20 febbraio 1957 in Francia – non un dettaglio nella Francia di oggi nella quale Lvmh è impegnata a dimostrare il suo apporto all’economia del Paese – nel cv pubblicato nel sito di Lvmh si ricorda l’ingresso nel gruppo come responsabile degli investimenti negli Stati Uniti, prima di dirigere la filiale americana di Dior dal 1986 al 1992 e di Louis Vuitton dal 1992 al 1997.

Nel 1997, diventa ceo di Dior e poi, nel 2003, presidente e ceo di Fendi.

Nel 2012, è nominato ceo di Bulgari, poi presidente e ceo di Louis Vuitton. Nel gennaio 2021, diventa anche presidente non esecutivo del consiglio di amministrazione di Tiffany. Da febbraio 2023 è consigliere del presidente. Nell’ultima assemblea Bernard Arnault aveva che  avrebbe continuato a lavorare con Burke e che avrebbe assunto un altro ruolo ma  non ha detto quale. Presidente al suo fianco sarebbe una scelta logica. A meno di sorprese, sempre possibili. 

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Maria Silvia Sacchi
Giornalista professionista. Ha lavorato per le principali testate italiane. Negli ultimi 23 anni è stata al Corriere della Sera, il più importante giornale italiano, per il quale ha seguito l’industria della moda e del lusso e le evoluzioni delle grandi famiglie imprenditoriali. In Rcs Mediagroup ha impostato e diretto il master in Management della Moda e del Lusso e gli Online Fashion Talks di Rcs Academy.

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