Zegna, il 20 dicembre libere le azioni della famiglia. Il ceo: nessuno vuole vendere
La prossima settimana scadono il lock up sulle quote della holding degli Zegna, la Monterubello, e l’ultima parte del lock up di Investindustrial. Forse anche per questo sono nati rumors sul gruppo. Ma Gildo Zegna risponde: “Nessuno della famiglia ha intenzione di vendere e per quanto riguarda la gestione andiamo diritti per la nostra strada”
Il 20 dicembre scade il periodo di lock up che limita la libera circolazione delle azioni della famiglia Zegna nella Monterubello, la holding attraverso cui gli Zegna controllano il gruppo quotato a Wall Street. Lo stesso giorno scade anche l’ultimo lock up sulle azioni possedute da Investindustrial (una prima parte era scaduta un anno fa). Sarà forse per questo che nell’ultimo periodo – complice un mercato del lusso in grande effervescenza, con acquisizioni, alleanze, cambi di manager e di stilisti – si sono intensificate le voci di operazioni che vedrebbero coinvolta la società italiana.
“Non c’è niente di niente”, risponde perentorio Gildo Zegna, amministratore delegato del gruppo, alla richiesta di ThePlatform. “Nessuno della famiglia ha intenzione di vendere una sola azione a terzi e per quanto riguarda la gestione del gruppo andiamo diritti per la nostra strada, completamente concentrati sui nostri business”. Anche Investindustrial non ha dato segno di volersi muovere.
I patti e la quotazione
Come si legge nei documenti depositati in Camera di commercio e che ThePlatform ha consultato, in vista dello sbarco a Wall Street – avvenuto il 20 dicembre 2021 – gli Zegna avevano messo mano ai propri patti sociali con correttivi che, da una parte, hanno cristallizzato l’azionariato per un certo periodo e, dall’altra, hanno introdotto risposte a evenienze che possono accadere quando si è quotati.
Nei “Patti sociali della società Monterubello società semplice con sede in Biella” sono, infatti, due le previsioni da sottolineare.
La prima è il lock up: fino al 20 dicembre 2023, dice l’articolo 9.1 “le quote sociali non saranno cedibili, ad alcun titolo, per atto inter vivos, né a terzi né ad altri soci”. Lo scorso aprile questa parte è stata ulteriormente modificata escludendo il divieto per i trasferimenti a titolo gratuito in favore dei discendenti in linea retta, per permettere a Paolo Zegna di sottoscrivere un patto di famiglia con le figlie e la moglie.
La seconda previsione interessante è aver esplicitato la possibilità che vengano ridotte le soglie dei diritti di voto esercitabili dalla Monterubello nelle assemblee dei soci del gruppo Zegna. Fino ad arrivare a ipotizzare per la prima volta anche una cessione del gruppo, là dove (articolo 8.5) si dice che “l’accettazione da parte della società, nel rispetto delle previsioni dei presenti Patti sociali, di una offerta formulata da terzi per l’acquisto dell’intera partecipazione detenuta dalla società in Eznv (la società quotata, ndr) dovrà essere approvata dall’assemblea con il voto favorevole di tanti soci che rappresentino la maggioranza assoluta del capitale sociale di Monterubello”. Ovvero, con il 51%. Una soglia bassa per una cosa così importante, ma studiata per non bloccare le decisioni sulla società.
La stima
Nei patti statutari, dunque, una possibile vendita futura non è esclusa. Gildo Zegna, che oltre a essere presidente e amministratore delegato è anche azionista di rilievo non solo in termini di quota singola posseduta, esclude in modo totale che esista una ipotesi di cessione, “non esiste neanche nei sogni”.
Reputa poco verosimile una vendita anche Paola Montrucchio, la professionista con studio in Milano autrice della perizia sul valore della quota entrata nel patto di famiglia di Paolo Zegna. Perizia redatta alla data del 31 dicembre 2022, asseverata con giuramento l’11 maggio 2023 e allegata al patto di famiglia di Paolo Zegna.
Il 15,42% della Monterubello posseduto da Paolo Zegna, persona che insieme a Gildo Zegna rappresenta il volto della famiglia (sono cugini, Paolo è figlio di Aldo Zegna, Gildo di Angelo Zegna, sono stati a lungo co-amministratori delegati e poi si sono divisi i compiti con Gildo amministratore delegato e Paolo presidente, fino al momento della quotazione. Paolo Zegna ha ricoperto anche incarichi pubblici alla guida delle organizzazioni del settore) è stato valutato 122 milioni e 994mila euro, il che dà un valore complessivo dell’intero gruppo di circa 800 milioni.
Una valutazione bassa, considerando che la sola società quotata ha fatturato quasi 1,5 miliardi di euro nel 2022 e prevede di arrivare a 2 miliardi nel 2024.
Come ricorda la perizia, Monterubello non possiede solo il gruppo quotato.
Nel dettaglio, possiede: a) il 60,8% del capitale sociale di Ermenegildo Zegna N.V. quotata a New York; b) il 100% del capitale sociale di Ezfo Srl, società immobiliare della famiglia Zegna; c) una quota del fondo comune di investimento Az Fund 1 Az Alternative Capital Enhanced (Acc) di Azimut Investments S.A.; d) una polizza assicurativa di tipo unit-linked a vita intera stipulata con Lombard International Assurance S.A.; e) disponibilità liquide
Perché un valore così basso per tutto questo? Nella perizia si dice che la stima considera tre scenari per la famiglia di Paolo Zegna: il mantenimento delle partecipazioni, la cessione all’interno della famiglia allargata e la cessione a terzi.
La professionista considera poco probabile la cessione a terzi. “Considerando che la proprietà delle quote della Società è rimasta storicamente all’interno della famiglia Zegna – scrive – risulta altamente improbabile che lo Scenario 2 (cessione a terzi, ndr) si realizzi. Con riguardo invece agli Scenari 1 e 3 non è possibile quantificare in maniera oggettiva la probabilità di accadimento degli stessi.
Conseguentemente, nelle conclusioni della presente relazione, gli Scenari 1 (vendita a soci, ndr) e 3 (mantenimento) sono stati considerati come entrambi possibili con la medesima probabilità di accadimento”.