Moncler per il quinto anno consecutivo ai vertici del Dow Jones Sustainability
Al primo posto del settore Textiles, Apparel & Luxury Goods. Ruffini: “Un percorso che porta con sé la necessità di cambiamenti forti nel modo in cui lavoriamo”. “Orgogliosi dei risultati ma ancor di più consapevoli che molto resta da fare perchè i risultati economici sono importanti ma lo è soprattutto il modo in cui sono raggiunti”
Per il quinto anno consecutivo, il gruppo Moncler si conferma negli indici Dow Jones Sustainability World e Europe, mantenendo il primo posto del settore Textiles, Apparel & Luxury Goods con il punteggio più alto (89/100) nello S&P global corporate sustainability assessment all’8 Dicembre 2023.
L’indice
“Il Dow Jones Sustainability Index è tra i più prestigiosi indici di sostenibilità ed è un autorevole standard di riferimento per gli investitori che includono considerazioni di sostenibilità nel loro processo decisionale di investimento”, dice la nota diffusa dalla società guidata da Remo Ruffini. L’indice ammette solo “le società valutate migliori nella gestione del proprio business secondo i criteri di responsabilità economica, sociale e ambientale analizzati da S&P Global, primaria società mondiale di rating, benchmark e analisi, che ha condotto l’assessment sulle performance di sostenibilità di oltre 13.000 aziende”.
Il commento
“Ogni giorno, in Moncler e in Stone Island, lavoriamo per continuare a integrare le tematiche di sostenibilità nel nostro modello di business. Lo facciamo con passione, inventiva, umiltà e la necessaria concretezza. Lo facciamo con il senso di urgenza che le sfide ambientali e sociali ci impongono – dice Ruffini, presidente e amministratore delegato Moncler -. È un percorso che porta con sé la necessità di cambiamenti forti nel modo in cui lavoriamo – aggiunge -. È un percorso collettivo e trasversale che coinvolge tutti coloro che lavorano in azienda, e anche chi collabora con noi lungo la catena del valore”.
Un impegno, prosegue Ruffini, che “ci ha portati per il quinto anno consecutivo a essere parte degli indici Dow Jones Sustainability, con il punteggio più alto del settore Textiles, Apparel & Luxury Goods. Ne siamo orgogliosi ma ancor di più consapevoli che molto resta da fare perchè i risultati economici sono importanti ma lo è soprattutto il modo in cui sono raggiunti”.
La rendicontazione
Il gruppo Moncler ogni anno rendiconta le proprie performance e i propri obiettivi di sostenibilità nella “Dichiarazione consolidata non finanziaria” e ha un “Piano di sostenibilità 2020-2025” concentrato su cinque priorità: cambiamenti climatici, economia circolare, catena di fornitura responsabile, valorizzazione della diversità e supporto alle comunità locali.
I risultati
Tra i risultati raggiunti indicati nella nota del gruppo, 1) nel 2022 il 90% dell’energia elettrica utilizzata a livello mondo (sedi, negozi e siti produttivi) proveniva da fonti rinnovabili e si stima che quest’anno si sia raggiunto il 100%. 2) dal 2021 sedi, negozi e siti produttivi sono carbon neutral; 3) il 100% degli scarti produttivi di nylon delle sedi dirette del gruppo sono riciclati; 4) progressiva integrazione nelle collezioni di tessuti e filati a più basso impatto (riciclati, organici, da agricoltura rigenerativa o certificati secondo specifici standard) con l’obiettivo di arrivare al 50% entro il 2025; 5) quasi completa eliminazione della plastica vergine monouso; 6) rafforzamento del programma di tracciabilità per le materie prime strategiche, per garantire una migliore valutazione e gestione delle emissioni di CO2, delle risorse idriche, della biodiversità e degli impatti sociali dell’approvvigionamento; 7) proseguimento del programma di analisi energetiche a supporto dei principali fornitori per individuare soluzioni per ridurre consumi ed emissioni di CO2; 8) presenza femminile pari al 69% dei dipendenti del femminile gruppo e al 51% nel management nel 2022; 9) 108mila persone in difficoltà protette dal freddo negli ultimi sei anni (2017-2022; stima per il 2017-2023: circa 140 mila)
(vedere anche ”Rosso (Otb): “Sta a noi grandi aziende guidare la trasformazione ecologica”)